Seconda Parte: La filiera corta: nuove relazioni tra il mondo agricolo e quello urbano
Visto il sistema di distribuzione alimentare più diffuso oggi e gli aspetti svantaggiosi che esso rappresenta sia per i produttori che anche per i consumatori, sono nati, soprattutto ad opera di agricoltori preparati e spesso giovani, altri sistemi per portare gli alimenti dalla terra alla tavola utilizzando quello che viene chiamato una filiera corta.
Il termine filiera corta identifica una gamma di configurazioni produzione-distribuzione-consumo in campo alimentare, come ad esempio i mercati diretti degli agricoltori, gli spacci aziendali, i gruppi di acquisto solidali e altri.
Più in generale, una filiera di approvvigionamento alimentare può essere definita 'corta', quando è caratterizzata da breve distanza o anche da un piccolo numero d’intermediari tra produttori e consumatori.
Il sistema, spesso rende possibile ed anche relativamente facile per il consumatore il controllo della provenienza degli alimenti anche visitando il reale luogo di produzione.
Ogni Stato, almeno in Europa, ha la sua definizione e le sue regole su questo tipo di filiera.
In Francia, ad esempio, si usa il termine Filiera Corta quando è il produttore stesso che vende direttamente i suoi prodotti, oppure quando, tra la produzione e il consumo, s’inserisce un solo intermediario commerciale.
Esempi di filiera corta sono:
- I Farmers’ Markets, mercati in cui gli agricoltori vendono direttamente ai consumatori .( A Torino, ad esempio, nel mercato di Porta Palazzo, il Farmers’ market si trova nel padiglione dell’orologio).
- I GAS, cioè I Gruppi di acquisto solidale sono un sistema ideato in Italia da gruppi di consumatori e che permette di collegare produttori e consumatori per organizzare un sistema alternativo di approvvigionamento che non riguarda più, oggi , soltanto il cibo.
- Le AMAP, Association pour le Maintien d’une Agriculture Paysanne, in Francia sono un sistema mirato a sostenere l’agricoltura su piccola scala. Si basano su un contratto tra gli agricoltori ed i consumatori o il gruppo di acquisto ed una stretta relazione e comunicazione tra i due, anche nel momento della pianificazione delle colture. Prezzi contenuti e Rischi e benefici condivisi.
- IL Sistema avviato Provenza dopo il 2000 si sta sviluppando velocemente anche in altre regioni.
Non sempre queste organizzazioni prevedono un prodotto biologico ma tutte rispettano la sostenibilità delle culture, la coltivazione ben fatta e la stagionalità. Le culture sono spesso pianificate in comune tra consumatori e produttori ed i consumatori sono perciò obbligati e tener conto anche dei rischi naturali.
Gli agricoltori inoltre non sono più taglieggiati né sul tipo di culture né sul prezzo del prodotto, con comune vantaggio di tutti.
Spesso, questi sistemi abbinano anche un sistema di consegna diretta agli associati oppure in determinati punti di raccolta.
Sia Gas che AMAP aggiungono agli evidenti vantaggi sia economici che di qualità del prodotto e al rispetto maggiore per la stagionalità, anche caratteristiche conviviali, perché favoriscono sia la relazione tra gli associati che alcune attività comuni.
In Italia, una delle regioni con il più ampio sviluppo di questi metodi è la Toscana che vanta anche il maggior numero di agricoltori consociati in sistemi di tal genere.
Inoltre, al concetto di Filiera Corta si è affiancato anche quello di Kilometro zero che indica una produzione locale. La normativa italiana dice che può essere dichiarato a Kilometro Zero ciò che è prodotto entro i 70 km di distanza dal luogo di vendita.
E' evidente che i due concetti sono diversi ma certamente non sono esclusivi e che vanno sempre integrati da una grande attenzione ai sistemi di coltivazione ed alla salubrità dell'ambiente, della falda acquifera e dell'aria.
Qui troviamo unite abitudini antiche e strumenti ed abitudini moderne.
L’agricoltore non deve per forza trovare a chi vendere il suo prodotto nel momento della raccolta, ma pianifica tutto prima della semina perché gli acquirenti sono suoi associati e ne conosce sia il numero che i gusti. Il consumatore, dal canto suo, può tranquillamente controllare i luoghi ed i metodi di coltivazione ed a volte addirittura collaborare.
In alcuni paesi accade anche di trovare coltivazioni dove si sollecita il consumatore a cogliere da sé la propria frutta o verdura ad un prezzo standard, utilizzando sia apposite ceste o contenitori che fungono da misura, oppure liberamente, lasciando alla persona stessa la scelta dell’importo da pagare, che talvolta è raccolto senza particolari controlli. Ma questo, naturalmente, è possibile soltanto là dove il senso civico e l’abitudine alla collaborazione tra produttore e consumatore è del tutto certo e radicato.
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