La  parola
Strega ha probabilmente una origine greca e latina. Il termine latino
strix (dal greco
στριξ, στριγός), indica un uccello notturno molto presente nelle favole più paurose di allora che, si diceva, succhiasse il
sangue ai bambini nelle culle instillando poi veleno nelle loro labbra. Spesso è usato per indicare un'arpia o una strega come fa Ovidio in un passo delle
Metamorfosi.
[...] Si dice che strazino fanciulli ancora lattanti e pieno di sangue abbiano il gozzo.
Hanno nome strigi, causa del nome
è che sogliono di notte orribilmente stridere.[...]
Le origini di un odio
La paura della donna che sa e la violenza usata per eliminarla viene da molto lontano nel tempo e penso durerà ancora per parecchi anni. E' una paura inconscia che riveste ogni aspetto della vita e dell'atteggiamento, sia inconscio che conscio, degli uomini verso le donne.
Ai primordi della società umana, la donna aveva una parte estremamente importante nel suo gruppo sociale e una posizione di prestigio alla pari se non addirittura superiore all'uomo: la donna
generava figli, cosa misteriosissima durante la preistoria, e nutriva la comunità, con il latte materno prima e poi con
erbe, radici e frutti che raccoglieva e che costituivano il cibo quotidiano di tutta la comunità insieme a piccoli animali che spesso era sempre compito delle donne catturare.
La caccia di grosse prede infatti era difficile e pericolosa e perciò non era la normale fonte di cibo ma una modalità eccezionale, spesso, se non sempre, rivestita di contenuti rituali e simbolici.
L'uomo aveva invece soprattutto un ruolo difensivo e protettivo della tribù.
La raccolta di frutti, radici ed erbe per l'alimentazione quotidiana fu comune a tutti i gruppi umani durante il paleolitico. Era una attività prettamente femminile, prima che si sviluppasse l'agricoltura e l'allevamento che furono la causa di una straordinaria trasformazione sociale.
In quei tempi antichi l'organizzazione sociale più diffusa era il matriarcato, riconoscimento del ruolo della donna alla quale venivano riconosciute anche conoscenze e poteri "magici" e una connessione con gli astri.
E' interessante a questo proposito come le religioni nate in quei periodi comprendano molte divinità femminili che avevano in modo specifico influssi positivi proprio nella vita quotidiana.
(
L'olimpo greco vede 3 dee importatissime e tutte legate strettamente alla vita umana: Era, dea del matrimonio, Afrodite, dea dell'amore della bellezza e della libido, e Artemide, la più antica di tutte, divinità lunare avvolta in aspetti complessi e misteriosi e protettrice dei boschi, dei campi e degli animali selvatici ma anche della caccia. A queste 3 ne aggiungo un'altra, anch'essa assai importante che dimostra come la figura femminile si sia trasformata per resistere anche quando gli dei maschili presero ufficialmente il sopravvento.
Ad esempio, Athena, dea dell'intelligenza e della strategia è una interessantissima evoluzione/trasformazione della dea Meti, prima amante di Zeus e poi da lui stesso divorata. Questa "prodezza" provocò in Zeus uno spaventoso mal di capo che sparì quando dalla sua testa uscì Athena)
Le conoscenze e e osservazioni acquisite dalle donne contribuirono, con il tempo, allo sviluppo dell'agricoltura e quelle dei cacciatori probabilmente portarono a introdurre l'allevamento.
Ora tutti, non soltanto le donne, potevano collaborare a fornire frutti e semi alla comunità.
Le tribù da nomadi divennero sedentarie, scelsero un proprio territorio e costruirono insediamenti fissi.
Ora però tutti avevano capito che la procreazione non era un fatto divino e misterioso, ma dovuto ad una interazione naturale tra uomo e donna. Gli uomini presero più potere nelle tribù. Ora potevano forzare una maternità oppure negarla.
I guerrieri, diventati ancor più necessari non solo in quanto difensori del gruppo ma anche della città, delle derrate alimentari e delle coltivazioni, presero il sopravvento e la loro capacità di conquista di nuovi spazi e territori divenne importantissima nell'accompagnare e sostenere il rafforzamento e la crescita della comunità e la sua difesa da nemici, predatori e gruppi nomadi che si muovevano nelle varie aree in cerca di cibo.
Un cambio così grande nel rapporto con il cibo e con il territorio spinse anche a un radicale stravolgimento della struttura politica e sociale.
La comunità maschile che per tanto tempo era stata tenuta in disparte, spesso anche isolata dalla comunità femminile prese il predominio e capovolse la situazione.
La sua predominanza portò le donne da una condizione preminente ad una assimilabile alla schiavitù, sempre sotto la potestà e il volere maschile.
E' qualche cosa che perdura anche oggi dopo più di 3000 anni !
Tuttavia, i nuovi "padroni" non furono mai in grado di eguagliare la capacità femminile di comunicare con la Natura e di percepire le influenze e i legami tra la Terra e gli astri. Il culto vero e proprio passò ufficialmente e quasi esclusivamente nelle mani degli uomini ma furono sempre le donne ad oracolare e a gestire la magia: Pitie e Sibille ma anche più semplicemente Guaritrici, le donne che
avevano il segno (come si chiamavano in val Padana) e altrove precedentemente chiamate anche
Herbarie, cioè donne che giravano nei boschi in cerca di erbe, attività necessaria per procurarsi le bacche, le foglie e le erbe officinali, ma anche pericolosa perché essa fu utilizzata sempre per avvalorare i sospetti di stregoneria (il bosco è stato fin dai tempi più antichi un luogo sacro per definizione, sede di divinità nascoste, di energie insospettabili e sconosciute, di Pan l'unico dio che ogni anno moriva e rinasceva, libidinoso, violento e espressione delle più nascoste energie naturali...)
Anche la preparazione del cibo quotidiano fu quasi sempre lasciata alle donne mentre gli uomini riservarono a sé la parte di esibizione, dove avrebbero potuto diventare famosi.
Così ai tempi dei Romani, i patrizi più abbienti avevano cuochi greci; nel più recente 1500 in Europa e in Italia fu momento dei Monsù, di solito francesi ed ora ai nostri tempi abbiamo gli chef invitati nei programmi televisivi e nelle giurie dei concorsi anche non gastronomici e contesi dai ristoranti più rinomati spesso soprattutto per la notorietà mediatica.
La nuova autarchia non riuscì a creare nemmeno divinità maschili che potessero davvero sostituire quelle femminili. Così si agì sulla mitologia, si trasformarono antichi miti e si amplificarono le caratteristiche di alcuni dei per magnificare i punti considerati fondanti della superiorità maschile
( Zeus è uno
sciupafemmine e si trasforma in qualsiasi cosa pur di possedere e fecondare una donna, Priapo è una divinità caratterizzata da un aspetto grottesco ed enormi organi sessuali. Ben due dei controllano Afrodite: sono Efestom suo marito e dio degli Inferi ed Ares dio della guerra e del conflitto e suo amante. ecc.)
Questa paura delle capacità femminili che gli uomini non riescono a capire né ad eguagliare perdura, si diffondono leggende per fissarla fermamente nella mente (Eva e la mela), escamotage per bypassarla, e nuove divinità femminili che in modo un po' naif possano sembrare espressione del potere maschile, come Athena, o una sua epifania, come la Vergine Maria.
Questa paura mette in una condizione di costante pericolo e diffidenza tutte le donne che usino le proprie capacità intuitive, mistiche o trascendenti ed ha creato situazioni dolorose e terribili.
Nessuna società ne è esente e tutte hanno commesso crimini rapportabili a questa paura.
Nel 1500 la caccia alle streghe fu causa di eccidi e uccisioni violente di tante donne e di esorcismi di immaginabile crudeltà.
La conoscenza della Natura, evidentemente, non poteva che essere in mano del diavolo!
Per difendersi da tutto questo spesso, soprattutto in ambienti contadini, queste donne erano e sono ossessivamente pie, usavano benedizioni e formule palesemente religiose e imponevano che ogni medicamento fosse accompagnato da tante preghiere.
I poteri le capacità di queste donne si diceva provenissero da un un fluido sottile e benefico, al confine tra superstizione e medicina che per esistere doveva essere tramandato dalla maestra all'allieva, proprio come per gli sciamani.
Benché non tutti le osteggiassero, in tempi più moderni esse trovarono spesso nuovi nemici nei medici, in origine sempre tutti uomini, che temevano la loro concorrenza anche economica. Le guaritrici, infatti non avevano tariffe ma accettavano soltanto regalie spontanee, sempre molto meno onerose delle tariffe dei dottori.
Oggi c'è un rinnovato interesse verso l'uso di fiori, erbe e frutti per curare alcune patologie o almeno per alleviare gli effetti collaterali dei farmaci moderni.
Noi sappiamo che la fitoterapia funziona anche se la medicina ufficiale stenta ancora ad ammetterlo, anche perché, ne sono certa, oltre a non essere redditizia per loro richiede uno studio accurato della persona da curare e della sua malattia e una buona dose di pazienza....
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