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13 luglio 2015

I danni disastrosi dell'agricoltura intensiva: bisogna correre ai ripari e rigenerare i terreni

L'agricoltura intensiva è un modello di coltivazione agricola arrivata in Italia da oltreoceano e adottata dopo la 2a guerra mondiale sia qui da noi che in genere nel mondo intero, sempre sulla spinta statunitense. 

Questo sistema di coltivazione ha come unico obiettivo l'aumento estremo e continuo delle rese dei campi coltivati, senza nessuna attenzione né studio degli effetti negativi sulla campagna. 
Un mito tutto americano, un mito che non ha nessun legame e rispetto della realtà!

Gli effetti sono negativi dell'agricoltura intensiva sono direttamente proporzionali all'eccessivo sfruttamento del suolo che il sistema comporta e alle pesanti pratiche impiegate: forti irrigazioni, uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi chimici e eccessiva meccanizzazione. 
Queste pratiche hanno impoverito il terreno e lo hanno reso il terreno sempre meno produttivo sino a un livello di quasi totale sterilità, demineralizzandolo e dilavandolo.
Inoltre chiunque avesse un poco di senno e di capacità di osservazione e di ragionamento capisce che non è possibile aumentare all'infinito, anno per anno le produzioni. Questo riguarda qualsiasi ambito e non soltanto il suolo e il territorio.

E' cosa risaputa per chi abbia a cuore il benessere del territorio e delle coltivazioni e si interessi anche poco di queste cose che le attuali culture producono vegetali in cui i minerali importanti, come ad esempio  ferro, magnesio, selenio sono ormai praticamente assenti, perché dilavati dalle continue irrigazioni, assorbiti del tutto dalle coltivazioni ripetitive e trasformati chimicamente dagli altri agenti chimici aggiunti.
Inoltre oggi, non solo nelle aree ufficialmente sconvolte e avvelenate di cui ha parlato anche la stampa, le falde acquifere sono state sporcate e avvelenate da numerosi composti chimici di varia provenienza, altamente nocivi e spesso causa di gravissime malattie. Non è un mistero, ad esempio, che la falda acquifera della pianura padana, un tempo purissima e abbondante, oggi non è sufficiente a irrigare le culture intensive padane ed è ormai inquinata da alte percentuali di Cromo Esavalente ( per intendersi è il veleno chimico di cui tratta il film Erin Brockovich)
Possiamo dire che il suolo è morto! 

Voglio ricordare che la pianura padana fin dai tempi più antichi è sempre stata apprezzata e famosa per la sua straordinaria fertilità,  un terreno ricchissimo di acqua di ottima qualità. 
I Celti vi avevano un santuario delle acque, famose per essere curative. 
Grazie alle numerose risorgive e alla lievissima pendenza verso il Po, per tutto l'anno era possibile produrre e raccogliere ortaggi sfruttando i campi a marcita

Se amiamo i nostri territori e le sue eccellenze e se abbiamo ancora a cuore il nostro benessere e quello dei nostri figli e nipoti dobbiamo correre subito ai ripari, abbandonare questa pratica distruttiva e insensata e agire subito per rigenerare il suolo riportandolo, anche se è difficile, alla sua primitiva ricchezza. 
Pratiche antiche come lrotazione e gli avvicendamenti delle colture e il sovescio, l'uso limitato di mezzi meccanici e l'abitudine di nutrire il suolo con i fertilizzanti organici naturali  limitando o addirittura abolendo gli antiparassitari chimici in favore di una lotta biologica integrata possono aiutare in questo arduo compito.

L’agricoltura rigenerativa è un insieme di tecniche per ricostruire la vitalità del terreno che si rifà alla permacultura, e che combina i saperi tradizionali con le conoscenze scientifiche moderne imitando i processi naturali. Essa garantisce così anche molti altri benefici, come la diminuzione dell’erosione dei terreni e la loro remineralizzazione, la purezza dell’acqua nelle falde acquifere e la diminuzione dell'uso di pesticidi. 

Un articolo di Charles Eisenstein pubblicato sul  The Guardian ( clicca QUI per andare all'articolo) parla proprio di questo e spiega che, ad onta delle notizie e delle informazioni negative che sostengono che solo l'agricoltura intensiva permetterebbe agli agricoltori di essere competitivi, un'agricoltura consapevole degli equilibri naturali è capace di aumentare le rese, di ridurre o abbattere i costi per le sostanze chimiche come i fertilizzanti, ed è inoltre in grado di sequestrare quantità molto grandi di CO2.

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