La sigle TTIP è l'acronimo di Trans Atlantic Trade and Investment Partnership cioè Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti.
L'Unione Europea e gli Stati Uniti d'America stanno negoziando su questo trattato dal 2013, tacitamente, cioè senza diffondere apertamente adeguatamente informazioni ai cittadini europei.
Soltanto dall'ottobre del 2014 se ne è saputo qualcosa, per iniziativa e pressione italiana. Poi nel gennaio del 2015 sul sito dll'Unione Europea è ufficialmente stato pubblicato un formulario che avrebbe dovuto raccogliere i pareri degli europei ma non è mai stato davvero pubblicizzato e, a dir la verità , non era nemmeno facile da rintracciare. Capite bene, però, che era ormai troppo tardi e che in realtà nessuna informazione è stata realmente e efficacemente diffusa con l'intenzione che gli europei lo sapessero.
L'approvazione di questo trattato a prima vista intende creare la più grande area di libero scambio al mondo ma nella realtà mette l'Europa nelle mani degli Stati Uniti che potranno muoversi nei mercati europei senza limite alcuno. Mette infatti a rischio, quando addirittura non distrugge, tutte le protezioni che la UE dovesse ancora avere nei confronti delle espansionistiche politiche commerciali degli USA.
Il danno sarà in ogni settore di mercato e in particolare sarà enorme per il settore agroalimentare.
Significherà in prima battuta una ulteriore massiccia invasione di prodotti alimentari americani con la loro politica promozionale aggressiva, la scarsa qualità e la potenziale pericolosità, dato che il mercato alimentare americano è in mano a lobby finanziarie che hanno come unico fine l'accumulo di denaro e che trascurano e calpestano completamente la salute e i diritti delle persone, sia di coloro che consumano sia di quelli che producono.
Le industrie dell'alimentazione, quelle dei farmaci, dei pesticidi, degli OGM e anche degli idrocarburi sono, a volte palesemente ma spesso non proprio in modo trasparente, collegate l'una all'altra negli USA e spesso anche agganciate a grandi banche anglosassoni, olandesi, belghe e tedesche a ad alcune multinazionali (tra cui alcune anche italiane) che vogliono a tutti i costi controllare completamente il mercato.
Una strategia che annulla qualsiasi competizione rendendo praticamente impossibile la competizione e la concorrenza. Queste grandi lobby usano il denaro per manovrare il mercato.
Apro una parentesi per riportare un esempio che abbiamo in casa, e spiegare la modalità a chi facesse orecchie da mercante.
Da alcuni mesi c'è una certa diffusione di un allerta sull'invasione dell'olio di palma praticamente in ogni prodotto industriale (pensate che ce n'è anche nel latte e nei dadi per brodo!). Questo allerta, quasi sempre condotto da piccole organizzazioni spesso volontaristiche e quindi non proprio ricche, sta avendo un certo ascolto sui consumatori intelligenti che vogliono sapere che cosa mangiano o danno da mangiare ai propri figli. Il movimento è ancora piccolo ma ha il suo impatto e alcune (poche o pochissime) aziende italiane hanno deciso di eliminare l'olio di palma dagli ingredienti dei loro prodotti. La speranza è che questa eliminazione, sia pur lenta, coinvolga a poco a poco la maggior parte dei prodotti in vendita in favore di ingredienti meno spazzatura, ma temo sia una speranza vana. I grandi nomi del mercato alimentare hanno tanto denaro (ne hanno anche più di prima perché l'olio di palma è un ingrediente che costa pochissimo anche quando è di "buona" qualità mentre i prodotti in cui è usato sono sempre più cari!).
Quale strategia hanno deciso di adottare questi ricchi produttori e commercianti coinvolti? Semplice, hanno deciso di fare un'aggressiva pubblicità a tappeto per convincere i consumatori che l'olio di palma è buonissimo e fa bene. Possono farlo perché hanno denaro da spendere e tornare a ingredienti di migliore qualità non garantirebbe loro gli enormi guadagni attuali. Sono stati già stanziati per questa operazione fondi consistenti e sono certa che ne verranno stanziati sempre di più! Se non ci fosse di mezzo il denaro le cose potrebbero essere diverse, ma queste aziende il denaro ce l'hanno, glielo hanno dato e continuano a dargliene le persone che comprano i loro prodotti. Forse, nei prossimi mesi/anni vedremo le confezioni diventare molto più attraenti e troveremo dei loro difensori anche negli organismi politici.
Che cosa vedremo ( o non vedremo ma subiremo) in futuro?
Una invasione di prodotti industriali americani, in prima battuta, ma anche inglesi e tedeschi (ricordate Mucca Pazza? vi ricordate da dove veniva?).
Quindi alè! carni di animali cresciuti a botte di ormoni e farmaci e prodotti a base di OGM, che in USA sono la regola.
Il paradosso è che il trattato prevede l'applicazione di un Arbitrato Internazionale (denominato ISDS, Investor-state dispute settlement) che permette alle imprese e agli stati da cui vengono i prodotti commercializzati, di intentare cause per «perdita di profitto» contro i governi dei vari paesi europei nel caso in cui questi portassero avanti legislazioni che rischiassero di mettere in discussione le aspettative di profitto delle stesse imprese (come già è capitato in Germania in relazione alle centrali nucleari ecc.), fino al punto da bloccare non solo norme che regolano la qualità dei prodotti o le normative commerciali ma anche eventuali politiche di miglioramento sociale o di welfare.
Il tutto si riassume nella perdita di autonomia dei singoli governi a riformare le proprie leggi e programmi, in materia di sanità pubblica, sostenibilità ambientale, diritti dei lavoratori a causa degli effetti vincolanti dei termini dell'accordo. Cioè. in fin dei conti un completo controllo degli USA su di noi che diverremmo palesemente delle vere e proprie colonie o territori di conquista.
Questo per l'Italia è un disastro!
Già da molto tempo siamo sotto attacco in vari settori di mercato e soprattutto nel mercato agroalimentare.
Le direttive del trattato benché non siano scritte in modo complicato non sono poi tanto facili da capire e soprattutto non è facile per i cittadini prevederne gli effetti.
Il trattato, secondo molti esperti internazionali, mette a rischio tutto il mercato europeo e aumenta in modo incontrollabile il potere delle multinazionali a scapito di ogni tipo di mercato locale.
Se ancora fosse possibile, firmate tutti il no al trattato andando a questo LINK
L'Unione Europea e gli Stati Uniti d'America stanno negoziando su questo trattato dal 2013, tacitamente, cioè senza diffondere apertamente adeguatamente informazioni ai cittadini europei.
Soltanto dall'ottobre del 2014 se ne è saputo qualcosa, per iniziativa e pressione italiana. Poi nel gennaio del 2015 sul sito dll'Unione Europea è ufficialmente stato pubblicato un formulario che avrebbe dovuto raccogliere i pareri degli europei ma non è mai stato davvero pubblicizzato e, a dir la verità , non era nemmeno facile da rintracciare. Capite bene, però, che era ormai troppo tardi e che in realtà nessuna informazione è stata realmente e efficacemente diffusa con l'intenzione che gli europei lo sapessero.
L'approvazione di questo trattato a prima vista intende creare la più grande area di libero scambio al mondo ma nella realtà mette l'Europa nelle mani degli Stati Uniti che potranno muoversi nei mercati europei senza limite alcuno. Mette infatti a rischio, quando addirittura non distrugge, tutte le protezioni che la UE dovesse ancora avere nei confronti delle espansionistiche politiche commerciali degli USA.
Il danno sarà in ogni settore di mercato e in particolare sarà enorme per il settore agroalimentare.
Significherà in prima battuta una ulteriore massiccia invasione di prodotti alimentari americani con la loro politica promozionale aggressiva, la scarsa qualità e la potenziale pericolosità, dato che il mercato alimentare americano è in mano a lobby finanziarie che hanno come unico fine l'accumulo di denaro e che trascurano e calpestano completamente la salute e i diritti delle persone, sia di coloro che consumano sia di quelli che producono.
Le industrie dell'alimentazione, quelle dei farmaci, dei pesticidi, degli OGM e anche degli idrocarburi sono, a volte palesemente ma spesso non proprio in modo trasparente, collegate l'una all'altra negli USA e spesso anche agganciate a grandi banche anglosassoni, olandesi, belghe e tedesche a ad alcune multinazionali (tra cui alcune anche italiane) che vogliono a tutti i costi controllare completamente il mercato.
Una strategia che annulla qualsiasi competizione rendendo praticamente impossibile la competizione e la concorrenza. Queste grandi lobby usano il denaro per manovrare il mercato.
Apro una parentesi per riportare un esempio che abbiamo in casa, e spiegare la modalità a chi facesse orecchie da mercante.
Da alcuni mesi c'è una certa diffusione di un allerta sull'invasione dell'olio di palma praticamente in ogni prodotto industriale (pensate che ce n'è anche nel latte e nei dadi per brodo!). Questo allerta, quasi sempre condotto da piccole organizzazioni spesso volontaristiche e quindi non proprio ricche, sta avendo un certo ascolto sui consumatori intelligenti che vogliono sapere che cosa mangiano o danno da mangiare ai propri figli. Il movimento è ancora piccolo ma ha il suo impatto e alcune (poche o pochissime) aziende italiane hanno deciso di eliminare l'olio di palma dagli ingredienti dei loro prodotti. La speranza è che questa eliminazione, sia pur lenta, coinvolga a poco a poco la maggior parte dei prodotti in vendita in favore di ingredienti meno spazzatura, ma temo sia una speranza vana. I grandi nomi del mercato alimentare hanno tanto denaro (ne hanno anche più di prima perché l'olio di palma è un ingrediente che costa pochissimo anche quando è di "buona" qualità mentre i prodotti in cui è usato sono sempre più cari!).
Quale strategia hanno deciso di adottare questi ricchi produttori e commercianti coinvolti? Semplice, hanno deciso di fare un'aggressiva pubblicità a tappeto per convincere i consumatori che l'olio di palma è buonissimo e fa bene. Possono farlo perché hanno denaro da spendere e tornare a ingredienti di migliore qualità non garantirebbe loro gli enormi guadagni attuali. Sono stati già stanziati per questa operazione fondi consistenti e sono certa che ne verranno stanziati sempre di più! Se non ci fosse di mezzo il denaro le cose potrebbero essere diverse, ma queste aziende il denaro ce l'hanno, glielo hanno dato e continuano a dargliene le persone che comprano i loro prodotti. Forse, nei prossimi mesi/anni vedremo le confezioni diventare molto più attraenti e troveremo dei loro difensori anche negli organismi politici.
Che cosa vedremo ( o non vedremo ma subiremo) in futuro?
Una invasione di prodotti industriali americani, in prima battuta, ma anche inglesi e tedeschi (ricordate Mucca Pazza? vi ricordate da dove veniva?).
Quindi alè! carni di animali cresciuti a botte di ormoni e farmaci e prodotti a base di OGM, che in USA sono la regola.
Il paradosso è che il trattato prevede l'applicazione di un Arbitrato Internazionale (denominato ISDS, Investor-state dispute settlement) che permette alle imprese e agli stati da cui vengono i prodotti commercializzati, di intentare cause per «perdita di profitto» contro i governi dei vari paesi europei nel caso in cui questi portassero avanti legislazioni che rischiassero di mettere in discussione le aspettative di profitto delle stesse imprese (come già è capitato in Germania in relazione alle centrali nucleari ecc.), fino al punto da bloccare non solo norme che regolano la qualità dei prodotti o le normative commerciali ma anche eventuali politiche di miglioramento sociale o di welfare.
Il tutto si riassume nella perdita di autonomia dei singoli governi a riformare le proprie leggi e programmi, in materia di sanità pubblica, sostenibilità ambientale, diritti dei lavoratori a causa degli effetti vincolanti dei termini dell'accordo. Cioè. in fin dei conti un completo controllo degli USA su di noi che diverremmo palesemente delle vere e proprie colonie o territori di conquista.
Questo per l'Italia è un disastro!
Già da molto tempo siamo sotto attacco in vari settori di mercato e soprattutto nel mercato agroalimentare.
Le direttive del trattato benché non siano scritte in modo complicato non sono poi tanto facili da capire e soprattutto non è facile per i cittadini prevederne gli effetti.
Il trattato, secondo molti esperti internazionali, mette a rischio tutto il mercato europeo e aumenta in modo incontrollabile il potere delle multinazionali a scapito di ogni tipo di mercato locale.
Se ancora fosse possibile, firmate tutti il no al trattato andando a questo LINK
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