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13 settembre 2013

Lo Zenzero




Originario delle aree tropicali del Sud-Est asiatico già oltre 3000 anni fa era coltivato in Asia ed utilizzato sia nella cucina che in medicina.
Portato in occidente forse dai Fenici che detenevano il controllo del mercato delle spezie o forse dai reduci delle campagne di conquista di Alessandro Magno, era conosciuto ed usato da Egizi, Greci e Romani che lo aggiungevano ai cibi in cui era previsto del pepe. Una merce certamente nient’affatto economica e per questo diffusa soltanto tra i ricchi che volevano mostrare la propria superiorità ed il proprio potere.
E’ citato negli scritti di Plinio il Vecchio nel I sec. aC, e compare in diverse ricette dei Libri di Apicio. E’ tra i rimedi che il medico greco Dioscoride (I sec. d.C.), consiglia per curare lo stomaco e come antidoto ai veleni.


A questa spezia che la medicina ayurvedica considera un rimedio universale, si associavano capacità straordinarie: una mescolanza di zenzero e tabacco veniva spalmata sulle palpebre degli apprendisti sciamani per sollecitare in loro la capacità di vedere gli spiriti.

In Europa, per tutto il Medioevo fece parte delle tante spezie orientali che erano commerciate soprattutto dai Veneziani e dai Genovesi per insaporire le vivande dei signori. Poi, pian piano, pur rimanendo tra i rimedi usati dalla medicina, in cucina entrò in disuso, forse per una irreperibilità sopravvenuta, per il costo insostenibile o perché il commercio doveva passare per forza attraverso le reti commerciali arabe o ancora per l’imporsi di nuovi parametri gastronomici legati alla cucina francese che di spezie orientali non faceva molto uso, come ci racconta Massimo Montanari ne La fame e l’abbondanza, edito nel 1993 da Laterza.

Oggi è ancora l’India il massimo produttore seguita a ruota dalla Giamaica e dalla Nigeria dove lo zenzero fu importato da Portoghesi e Spagnoli nel XVI secolo.

Pur non volendo seguire la reputazione di panacea per ogni male né i millantati effetti afrodisiaci, spesso ottenuti con pratiche che non definiremmo del tutto ortodosse ed a volte utilizzate anche con gli animali per dissimularne l'anzianità,  sono tuttavia molteplici i suoi benefici reali e le qualità riconosciute soprattutto come antinfiammatorio, depurante, antiossidante e digestivo anche con particolare valenza antinausea ed antivomito.

E’ una spezia detta calda, perché ha un effetto riscaldante sul corpo, ideale per chi soffre il freddo e per superare le difficoltà dei malanni invernali. Un tè con lo zenzero è un rimedio veloce contro il gelo o in caso di forti raffreddori e lo zenzero è consigliato come rimedio esterno  in caso di crampi, reumatismi e distorsioni. Compare inoltre nell’elenco degli alimenti che la ricerca ha verificato essere in grado di inibire o rallentare la crescita di cellule tumorali.

La miglior cosa secondo me é usarlo in cucina.

Nel Medioevo era uno degli ingredienti del pan pepato o del gingerbread e di biscotti speziati tra cui il famoso biscotto a forma di omino, creato durante il regno di Elisabetta I ed ormai tradizionale nei paesi anglosassoni nelle feste di Natale. Qualcuno si spinge a dire che il vin brulé è così chiamato anche perché in origine conteneva dello zenzero che lo rendeva ancor più riscaldante. Lo zenzero compare anche nella favola di Hansel e Gretel, legato ad un contesto magico ed a feste considerate momenti straordinari, come il Natale, ma questo oggi è più che altro un effetto commerciale e nulla più.

La cucina orientale e soprattutto cinese ne fa largo uso. Come non pensare alle squisite zuppe di miso con aggiunta di zenzero ed al maiale in agrodolce preventivamente marinato con un impasto di aglio, zenzero e miele o allo zenzero sott’aceto, il Gari, che accompagna sempre i piatti giapponesi di sushi, ed i curry indiani e le salse o le zuppe indocinesi.


Per finire, oggi troviamo in commercio dello zenzero candito veramente molto gradevole.

Ma io vi consiglio senza alcun dubbio questa dissetante spremuta d’arancia con lo zenzero da fare con il succo di 2 arance in cui avrete messo a macerare per circa un quarto d’ora un pezzetto di zenzero grattugiato o affettato sottilmente.

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